Titolo originale: The Pursuit of Happyness. E' un film del 2006 diretto da Gabriele Muccino.
Interpreti principali: Will Smith (Chris Gardner), Jaden Smith (Christofer Gardner), suo figlio, e Thandie Newton (Linda).
Premi: Ciak d'oro 2007: miglior film straniero
Curiosità:
·Si vede nel finale del film il vero Chris Gardner mentre attraversa la scena davanti al protagonista col figlio.
·I senzatetto che si vedono nel film sono tutti autentici.
·Due campioni del cubo di Rubik sono stati assunti come consulenti per insegnare al protagonista a risolvere il cubo in due minuti.
·E' stato Will Smith, produttore del film, a scegliere Gabriele Muccino come regista dopo aver visto L'ultimo bacio .
Trama: Il film è ispirato alla vita di Chris Gardner, imprenditore che durante i primi anni ottantavisse giorni di grande povertà prima di diventare milionario.
Venditore di apparecchiature mediche, per la precisione di scanner (per comprare i quali ha investito tutti i risparmi), tanto costosi quanto non indispensabili, quindi difficilmente vendibili, si ritrova a dover affrontare difficoltà sempre più grandi fino ad arrivare ad un momento di crisi.
Proprio la crisi metterà Chris nella condizione di dare una svolta alla propria vita: un sogno dentro di lui si accende e il protagonista decide di provare a realizzarlo. Fa di tutto per farsi ammettere senza stipendio ad uno stage di sei mesi presso un Broker Assicurativo nella speranza di una successiva assunzione.
Ma gli eventi della vita andranno tutti nella direzione contraria e coinvolgeranno anche il suo rapporto di coppia: la moglie deciderà di andare a vivere a New York lasciando lui e il figlio, e finirà per vivere situazioni sempre più difficili, fino a diventare un senzatetto. Ma Chris non perde la motivazione e tutto quello che gli capita gli darà invece ulteriore forza per andare avanti. Proprio grazie alla sua ostinata determinazione e alla fede nel proprio talento riesce alla fine a realizzare il proprio sogno e a farsi assumere.
Una chiave di lettura sophiartistica: Quante difficoltà sono disposto a superare pur di diventare artista della mia vita e cambiare la mia esistenza?
Ho compreso a mie spese che la soddisfazione nel lavoro determina il livello di felicità nella vita a cui ogni essere umano ha diritto, come diceva Thomas Jefferson (1743-1826) nella Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d'America, dove vengono affermati tra i diritti inalienabili dell'essere umano la vita, la libertà e la ricerca della felicità.
Chiarificatore al riguardo è proprio questo film: La ricerca della felicità, che prende in prestito quella frase per descrivere il cosiddetto “sogno americano”, vale a dire la possibilità di riuscire a realizzarsi, seguendo i propri talenti e perseguendo fino alla fine i propri progetti, per chi ce la mette tutta e non si arrende davanti a nessuna delle difficoltà che si possono incontrare, proprio come fa l'interprete principale. Non a caso la storia raccontata dal regista è vera e il protagonista oggi è un uomo di successo.
Perché nonostante tutto l'impegno che ci mettiamo talvolta le cose non vanno come vorremmo. Perché talvolta precipitano pur dando il massimo. Perché non riusciamo ad essere felici. Cosa ostacola il raggiungimento della felicità. Mi sono posta queste domande più volte.
Anch'io un tempo come Chris ho guardato le persone intorno a me contente del proprio lavoro, che vedevano i frutti delle fatiche concretizzzarsi in una vita felice che realizzava i propri desideri, quando invece io tiravo avanti, faticavo e resistevo pur di sopravvivere.
Chris è in crisi, ha fatto un cattivo investimento, una scelta sbagliata. Vive in una situazione che assomiglia ad una prigione: deve finire di vendere gli scanner per pagare le spese e andare avanti, ma poi? In realtà la sua vita vita è ad un punto morto.
"Anch'io ho diritto ad essere felice" sembra dirsi ad un certo punto mentre si guarda intorno e osserva chi lo è e prende una decisione, quella di fare ciò che è necessario, le capriole necessarie, di trasformarsi per far diventare possibile ciò che adesso sembra impossibile: la felicità. Decide di provarci, di darsi fiducia, ricontatta la sua parte più profonda e attinge al suo talento, alla sua abilità emersa fin da bambino nella matematica (che ha ancora capacità, lo nota quando risolve il cubo di Rubik) e gli diventa chiaro quale strada seguire dai fatti che gli accadono. Così dall'immaginarsi soltanto una nuova vita Chris passa all'azione, cerca subito di concretizzarla, o almeno ci prova.
Quanto spesso indulgiamo nel fantasticare un diverso futuro possibile, ma non facciamo niente per concretizzarlo! E' una delle cose più difficili passare dal pensiero all'azione; è molto più facile pensare alla propria incapacità: “Non posso farlo, non ne sono capace, e se poi mi va male?” Invece di agire, restiamo bloccati a valutare le probabilità di fallimento o di riuscita.
Ma Chris è in contatto con il proprio sogno, con il proprio talento, con la propria saggezza interiore, col proprio Sé e fa tutto il possibile per realizzarlo, però, nonostante questo, trova un ostacolo dopo l'altro, infinite difficoltà e resistenze, la trama del film si snoda proprio attraverso tutte queste. Perché lui che aveva deciso, che è subito passato all'azione, trova tutte queste difficoltà?
Cos'è questo destino avverso?
Dentro di noi esistono molte energie. Ce ne accorgiamo ad esempio quando percepiamo dei divieti interiori, oppure una voglia irrefrenabile, qualche volta intuiamo che una cosa non è buona, ma la facciamo lo stesso. A volte semplicemente facciamo errori grossolani o commettiamo imprudenze gravi, come fa Chris quando lascia lo scanner alla Hippie, ci troviamo coinvolti in incidenti, come quando il protagonista attraversa la strada, viene investito e perde la scarpa, proviamo rabbia spasmodica. Sono tante le sensazioni e ognuno le può raccontare con sfumature diverse.
Sia che siamo capaci di riconoscerle oppure no, dentro di noi vivono forze, per lo più sconosciute, che talvolta remano contro, specialmente contro il cambiamento. Dentro di noi due principi si contrappongono, uno che spinge in avanti e cerca di costruire ed uno che tira indietro e che cerca di bloccare: il desiderio del nuovo e la paura dell'ignoto. Di queste due forze dobbiamo sempre tener conto. E per andare a trovare le parti che ci trattengono bisogna scendere profondamente dentro di noi per cercare cosa è accaduto alle origini della nostra storia, perché la vita attuale lo rappresenta, bisogna contattare il nostro Io bambino e i dolori che sono stati vissuti a quel tempo. Le forze che tirano indietro sono proprio le nostre parti sfiduciate e titubanti, più nascoste e sofferenti, quelle che in un tempo molto antico hanno operato scelte di rancore, quindi di distruzione, anziché di amore e costruzione della persona, i cosiddetti nemici interni.
Le difficoltà esterne in realtà altro non sono sono che la materializzazione dei disturbatori interni. E bisogna renderci conto che questi sono i metodi che adottiamo noi per bloccare la nostra parte creativa che ci spinge verso una direzione nuova, verso il cambiamento; attraverso di loro cerchiamo di impedire ad es. la ricerca di un nuovo lavoro, ripensiamo talvolta ad una decisione presa, invertiamo la rotta.
Esistono poi anche dei nemici esterni molto forti, nocivi, con i loro giudizi e pregiudizi, personali e culturali. E il direttore dello stage ne è un esempio, ha continue richieste verso Chris. Può capitarci di incontrare queste persone quando vogliamo in realtà farci distrarre dal nostro percorso e così il nostro blocco si materializza. Sarà facile, quando siamo incerti o in difficoltà, trovare sulla nostra strada dei “guastatori” che si sentono irritati dal nostro tentativo di cambiamento e non approveranno mai i nostri progressi, come fa la moglie Linda, o li osteggeranno in tutti i modi possibili. Bisogna renderci conto che questi sono in realtà i metodi che adottiamo noi per bloccare la nostra parte creativa che ci spinge verso una direzione nuova.
Ma per liberarci di queste parti che remano contro e che se non facciamo niente diventano il nostro destino, bisogna accettare proprio che si materializzino ed emergano nella vita, perché spesso solo dopo averle viste e vissute ce ne possiamo liberare. Il protagonista infatti se le vive tutte, dando a queste fasi anche un nome specifico, come si trattasse di un rito d'iniziazione, il rito della trasformazione. Tiene salda la bussola sulla propria meta e difende, nutre e protegge il suo bambino, inteso come suo figlio, ma anche il proprio Io bambino che un padre, vale a dire un pogetto, non l'aveva mai forse fino ad allora avuto, limitandosi forse a seguire progetti esistenziali altrui.
In questo viaggio spirituale chiamato vita in fondo siamo tutti un po' Chris: davanti a noi abbiamo una possibilità, che ci intimorisce e insieme ci suscita un fascino incontenibile. Facciamoci guidare dal desiderio profondo e seguiamolo, per immetterci così sulla via artistica della ricerca di se stessi e della propria felicità.
Dott.ssa Dania Biagini, Counselor in Antropologia esistenziale cosmoartistica
Cell. 3488019010
Bibliografia
- Toto Saporito e Antonio Mercurio, La ricerca della felicità e i suoi disturbatori interni ed esterni,
Locandina per una lettura cosmoartistica del film “La ricerca della felicità” di Gabriele Muccino, Frascati, 4-5- Aprile 2009
- Dania Biagini, Tesi di Diploma in Counseling: Group Counseling formativo: come valorizzare il proprio talento personale e armonizzarlo nel percorso professionale (22/06/2013)
- Julia Cameron, La via dell'artista, Come ascoltare e far crescere l'artista che è in noi . Longanesi